giovedì 5 settembre 2013

LA BOTTEGA DEL SAPERE


Al mondo esistono uomini e donne che non parlano e con la testa riversa sopra lo strumento, studiano, leggono, ascoltano, carpiscono i mezzi e i segreti, vivono, si emozionano per fare la musica; ci sono altri uomini e donne che invece amano parlare, leggere solo le introduzioni dei libri, ripetere quello che qualcuno di ignota provenienza gli ha suggerito o per sentito dire, si fidano delle voci di corridoio, ma cosa più importante, la musica non la fanno, non ce la fanno, non ce la fanno proprio; preferiscono parlare di musica, a volte anche convinti di sapere quello che non si può sapere.In fondo gli antichi ci hanno insegnato che già nella musica è d'obbligo per il musico, cantare quello che non si può dire e quello che non si può scrivere come ci ricorda il grande Vicentino: "Et s'avvertirà che nel concertare le cose volgari, a voler fare che gli oditori restino satisfatti, si dè cantare le parole conformi all’oppinione del compositore et con la voce esprimere quelle intonazioni accompagnate dalle parole con quelle passioni ora allegre, ora meste et quando soavi et quando crudeli, et con gli accenti aderire alla pronunzia delle parole et delle note; et qualche volta si usa un certo ordine di procedere, nelle composizioni, che non si può scrivere: come sono il dir piano et forte, et il dir presto et tardo, et secondo le parole muovere la misura per dimostrare gli effetti delle passioni delle parole et dell’armonia". Ma sarebbe anche opportuno per coloro che tentano di fare la musica disperatamente un fondamentale precetto che anche G.M. Lanfranco ci suggerisce:«il cantante dè aver diligenza et cura di piacere col suo cantare più a Iddio che agli uomini». Ma credo che d'ogni altra citazione, quella che potrebbe riassumere in sintesi la questione e mi sento di suggerire a tutti per la sua crudele attualità, è nata nella penna di un grande musicista romantico R. Schumann:
"Nessuno può più di quanto sa, e nessuno sa più di quanto può". 

Nessun commento:

Posta un commento